Chi ha paura del Comic Sans?

Quando si parla di caratteri tipografici, pochi suscitano emozioni così contrastanti come il Comic Sans. Amato dai maestri della scuola primaria, temuto dai grafici, bandito da molti brand: è diventato quasi un meme tipografico. Ma perché un carattere può suscitare tanto clamore?

Il Paradosso del Comic Sans

Creato nel 1994 da Vincent Connare per Microsoft, Comic Sans nasce con una missione nobile: rendere l’interfaccia di un software per bambini più amichevole e accessibile. Eppure, in poco tempo, è stato usato ovunque: biglietti di condoglianze, CV, comunicazioni aziendali. Il problema? Un font informale messo nei posti sbagliati.

Comic Sans non è brutto in sé. È semplicemente un esempio perfetto di come il tono tipografico debba essere coerente con il contenuto. E qui entriamo nel cuore della tipografia: non si tratta solo di scegliere un bel font, ma di scegliere quello giusto.


Font e Personalità: una questione di voce

Ogni font comunica qualcosa, ancora prima di leggere il contenuto.

  • Helvetica dice: “Sono chiaro, neutro, funzionale.”
  • Futura: “Sono moderno, razionale, geometrico.”
  • Times New Roman: “Sono affidabile, classico, istituzionale.”
  • Comic Sans: “Sono giocoso, informale, leggero.”

Ecco perché usiamo Futura nei loghi tecnologici, Times nei giornali, Helvetica nei manuali, e Comic Sans… nei fumetti o nelle feste di compleanno.

Scegliere un font è come scegliere il tono di voce con cui si racconta qualcosa. Serve coerenza, attenzione al contesto, e – quando si parla di stampa – anche un occhio alla resa su carta.

In the

WOODS.

E la stampa, cosa c’entra?

In offset, la scelta del font impatta su molti aspetti tecnici:

  • Spessori di linea (sottili o corposi, influenzano la stampa su carta porosa o patinata)
  • Registrazione dei colori (soprattutto nei font molto sottili in quadricromia)
  • Rendibilità del font in negativo (caratteri bianchi su fondi scuri richiedono accortezze)

Comic Sans, con le sue curve morbide e forme aperte, stampa bene su carta semplice, ma risulta troppo “leggero” per un’immagine istituzionale o un catalogo elegante.

Insomma, un font non si sceglie solo con gli occhi: si sceglie anche pensando al supporto, al messaggio e – perché no – all’emozione che vogliamo trasmettere.

curiosità

  • Moneta commemorativa canadese Nel 2004 la Royal Canadian Mint emise una moneta da 25 centesimi per il Canada Day con la scritta in Comic Sans. L’idea era “riflettere l’umorismo giocoso di tutti i canadesi” – un tributo giocoso a un font che molti designer detestano
  • Pesce d’aprile di Google
    L’1 aprile 2011 Google sbalordì tutti: i risultati di ricerca per “Comic Sans” e “Helvetica” furono mostrati esattamente in Comic Sans. Da allora, digitando “comic sans” i risultati tornano nel suo stesso font
  • Accessibilità per la dislessia
    Paradossalmente, molti studi indicano che Comic Sans soddisfa requisiti di leggibilità utili ai dislessici: le forme aperte e differenziate delle lettere facilitano la decodifica del testo
  • Lettera infuocata ai tifosi (2010) Dopo il “The Decision” di LeBron James, il proprietario dei Cleveland Cavaliers Dan Gilbert pubblicò una lettera di risposta ai fan—stampata in Comic Sans. Il contrasto tra il tono aggressivo del contenuto e l’aspetto infantile del font la rese immediatamente oggetto di scherno
  • Lettera del legale di Trump (2019)
    Nell’ottobre 2019 John Dowd, avvocato di Rudy Giuliani, rispose ufficialmente a richieste della Commissione Intelligence della Camera USA… con un documento in Comic Sans. Un mix tra serietà istituzionale e font da cartone animato 
  • Defibrillatori… made friendly (2010)
    Al Monaco Grand Prix, le scatole dei defibrillatori automatici recavano istruzioni legali e avvisi in Comic Sans Bold. Il contrasto tra il contenuto drammatico e l’aspetto naïf fece discutere anche gli ingegneri NASA, abituati a warning iperformali 

Dal libro TYPO: un aneddoto

Anatomia del carattere
COMIC SANS

Le lettere in Comic Sans hanno una forma arrotondata e irregolare, molto simile a quella che potrebbe essere trovata nei fumetti disegnati a mano. Questa caratteristica conferisce al font un’aria informale e accessibile. Il contrasto tra tratti spessi e sottili è minimo. La quasi uniformità dei tratti dà al font un aspetto omogeneo e meno formale, adatto a messaggi casuali e non ufficiali. Comic Sans è un carattere sans-serif, il che significa che non presenta i piccoli tratti ai piedi delle lettere tipici dei font serif. Questa assenza rinforza lo stile informale e giocoso del carattere. Dal punto di vista tecnico, molti designer critici sostengono che Comic Sans manca di raffinatezza tipografica ed è spesso oggetto di critiche intense, tanto che l’antipatia per questo font è quasi diventata un cliché nel campo del design.

altri font


Il famoso tipografo italiano Giambattista Bodoni, conosciuto per il suo carattere “Bodoni” ampiamente usato, aveva una rivalità così accesa con il collega tipografo Firmin Didot che si dice che i due abbiano quasi risolto le loro differenze attraverso un duello. Fortunatamente, si sono astenuti dal duello e hanno continuato a innovare nel mondo della tipografia, ognuno nel proprio stile distintivo.


John Baskerville, noto per il suo omonimo carattere, fu anche un innovatore nella tecnica di stampa. Per migliorare la qualità delle stampe, ideò una carta più liscia e un inchiostro più nero. Tuttavia, nel XVIII secolo, il suo carattere fu inizialmente criticato per essere troppo brillante e nitido, al punto che si diceva potesse causare cecità. Questo non fermò Baskerville, il cui design è oggi uno dei più celebrati.


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